Un Commissario genovese e due emissari di un'agenzia americana, un brigante sanguinario contro cui i pur feroci soldati piemontesi del giovane Regno d'Italia nulla possono; la New York della gangs che lottano per il dominio locale sui quartieri della Manhattan meridionale. In ogni caso vicende condite di polvere, non solo da sparo, e sangue, uomini spietati e donne torbide: Giaccone narra la storia in tre piani temporali, uno per capitolo, che si alternano tra vecchio e nuovo continente sino alla convergenza a Genova e il suo porto.
Il ritmo vi inchioda alle pagine (l'ho letto in mezza nottata!) in cui le descrizioni dei luoghi fanno il paio con quelle dei personaggi. Il lettore 'vede' le via della metropoli americane, sente il sole e la polvere delle montagne meridionali, annusa gli odori e ascolta le grida del porto genovese. Entra nelle camere e si aggira nei boschi, viene sfiorato da pallottole e inseguito da imprecazioni o tagliagole: assite , in una folla delirante, ad uno spettacolo esoterico a Satan's Circus tra evocazioni, inceret, e sangue, vero.
Ritmo incalznate e personaggi duri, in un secolo che si chiude tra due continenti e un uomo in caccia.
Ritmo incalznate e personaggi duri, in un secolo che si chiude tra due continenti e un uomo in caccia.
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